mercoledì 16 maggio 2012

La tragedia greca

Un’altra debacle, dopo un lunedì nero. Si è chiusa così la giornata di oggi alla borsa di Milano, dove l’indice Ftse Mib ha perso oltre due punti e mezzo percentuali, dopo la flessione del 2,7% registrata ieri. A condizionare negativamente i listini è stata ancora una volta la Grecia, che a giugno andrà a nuove elezioni poiché ad Atene non è stata raggiunta un’intesa per la formazione di un nuovo governo.
A ben guardare, da qualche giorno le borse sono zavorrate da un mix di fattori, quasi esplosivo:  la crisi sistema creditizio spagnolo, la svalutazione dell’euro e lo spread tra Btp e Bund, che è tornato  nuovamente sopra i livelli di guardia, cioè attorno a 450 punti base.
Come se non bastasse, a impensierire gli investitori si è aggiunta pure l’agenzia di rating Moody's che ha declassato ben 26 banche italiane. E così, mentre l’Europa cerca faticosamente una via di uscita dalla crisi (soprattutto dopo l’inediamento di oggi del neopresidente francese, Francois Hollande ), il 2012 si profila ancora come anno difficilissimo per gli investitori, dopo l’effimero sprint dei listini dei mesi passati.
In questo scenario, gli esperti delle case d’affari invitano ovviamente a non farsi prendersi dal panico ma a studiare bene le proprie mosse, per non arrivare impreparati di fronte a possibili, nuovi scossoni dei listini. Ecco, di seguito, una guida per chi, in questo momento difficile, vuole gestire i propri risparmi con 3 categorie di strumenti finanziari: azioni, bond e titoli di stato.

sabato 28 aprile 2012

IMU. MARONI NON CI STA.

Maroni sollecita la disobbedienza fiscale per l'IMU.
La Lega Nord carica a testa bassa sulle tasse e lancia la rivolta fiscale contro l’Imu, facendo leva sui sindaci del Carroccio. L’iniziativa che sarà promossa martedì prossimo, è stata spiegata da Roberto Maroni, in una piena giornata di campagna elettorale in vista delle amministrative di domenica 6 maggio.

Anche il segretario del Pdl Angelino Alfano incalza il governo sulla necessità di abbassare le tasse, e preannuncia una proposta di legge del Pdl per compensare i crediti delle imprese verso lo Stato con un eguale taglio delle imposte. Il Pd, con toni meno battaglieri, chiede comunque al governo di dare «un segnale» a famiglie e imprese prima delle scadenze di giugno.

La «rivolta fiscale» contro l’Imu è stata spiegata da Roberto Maroni. La lancerà martedì a Zanica (Bergamo), in occasione del “Lega Unita Day”, il secondo raduno per esorcizzare lo spettro degli scandali che hanno toccato il partito. «Promuoveremo - ha detto l’ex ministro dell’Interno - la disobbedienza civile e l’opposizione fiscale, in modo da non mettere nei pasticci i cittadini». «Coinvolgeremo i nostri oltre 500 sindaci - ha aggiunto Maroni - perché diano copertura a chi aderirà alla nostra iniziativa. La gente non deve scendere in piazza, ma deve fare obiezione fiscale. Allora sì che salterà il banco».

Maroni spera di intercettare la rabbia di tutti i sindaci, che il 24 maggio hanno in programma una manifestazione promossa dall’Anci. I primi cittadini sono arrabbiati, come ha spiegato oggi Giuliano Pisapia, perché essi devono far pagare l’Imu ai cittadini ma l’imposta andrà tutta nelle casse dello Stato, mentre quelle dei comuni sono davvero in crisi.

Addirittura Pisapia ha aperto alla possibilità di convergenze tra sindaci e Lega: «Se ci sono, su battaglie giuste, possibilità di unità di intenti e di azione credo sia dovere di un amministratore perseguirle». E Pisapia ha convenuto pure sulla giustezza di un’altra proposta di Maroni, quella che i comuni disdicano il contratto con Equitalia per la riscossione delle imposte comunali: Cosa prevista, peraltro, dal decreto sviluppo del 2011 e mai attuata dai sindaci per la difficoltà di riscuotere in proprio. Tant’è vero che Pisapia ha escluso che Milano lo faccia. «Vadano avanti i piccoli comuni» ha detto.

E sull’Imu e sulla eccessiva pressione fiscale ha battuto anche il segretario del Pdl Angelino Alfano, impegnato nel difficile equilibrio di tenere aperto un filo con la Lega, sostenere il governo Monti e arginare la spinta degli ex An per le urne anticipate («non abbiamo nessun problema con gli amici che provengono d An» ha però assicurato). Alfano, rivolgendosi al governo Monti, ha detto che «la prima misura per la crescita» è abbassare le tasse, la prima delle quali è proprio l’Imu, che andrebbe «alleggerita» grazie al taglio delle spese inutili.

Sulle troppe tasse ha convenuto il neopresidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, «Il nostro Paese è più che sufficientemente tartassato» con una pressione fiscale che «è a un livello che non è più ragionevole».

Alfano ha pure annunciato che il Pdl presenterà una proposta di legge che preveda «la possibilità per gli imprenditori che vantano crediti verso lo Sato di non pagare le tasse fino all’ammontare del loro credito». Proposta già presentata come emendamento a diversi ddl del governo e sempre respinta dell’esecutivo, che ha debiti per 70 miliardi verso le imprese.

Questa proposta, come le parole sull’Imu, hanno suscitato la reazione positiva degli imprenditori, con Confedilizia che ha chiesto ad Alfano di passare dalle parole ai fatti, «impedendo che nell’ambito del ddl lavoro, si porti dall’85% al 95% la tassazione sui canoni d’affitto».

martedì 27 marzo 2012

Rapporto OCSE

"Nei paesi con una crescita persistentemente bassa come l’Italia - spiega l’Ocse - c’è la necessità di tornare a un cammino di crescita più forte e migliorare la competitività". Secondo l’organizzazione di Parigi "il consolidamento di bilancio è ora in corso in tutti i paesi" ma "ogni ripresa nell’area euro rimarrà fragile finché gli squilibri sono irrisolti". Per l’Ocse l’Italia è "in una migliore posizione per quanto riguarda il livello del suo deficit" ma "necessita anche di rafforzare la sua capacità di credito". L’organizzazione parigina fa notare anche che "i governi di Grecia, Irlanda e Portogallo hanno perso accesso al mercato, mentre i tassi di interesse sul debito governativo in altri paesi, come Italia e Spagna, sono a livelli insopportabili".

Riforme, servono decisioni ferme

Solo con un "ambizioso pacchetto di riforme, la crescita potrà irrobustirsi. "Un aumento della crescita - spiega l'Ocse - è essenziale per fortificare le finanze pubbliche e ridurre il debito pubblico, così come per alzare i livelli di reddito". Le prospettive di crescita a lungo termine sono per l’Eurozona destinate al ribasso, se non si metterà mano alle riforme. Occorrono quindi decisioni ferme. Secondo l’Ocse il consolidamento di bilancio è "necessario con una politica monetaria che continua a mantenere la stabilità dei prezzi. La domanda domestica è debole, specialmente nei paesi che affrontano dure crisi finanziarie e fiscali, e ci sono molto rischi al ribasso".

Evitare il "periodo morto"

Il timore dell'Ocse è che l’eurozona sia entrata o stia entrando in una specie di "periodo morto" nel quale i governi hanno avviato una fase di restrizione di bilancio che durerà "molti anni" e riforme strutturali che non hanno effetti a breve termine sull’attività economica. "C’è il rischio - si legge nel rapporto sull'Eurozona - che l’ampio consolidamento dei bilanci pubblici e un deleveraging (disinvestimento finalizzato alla riduzione della leva finanziaria) eccessivo delle banche possa avere un effetto negativo a breve sulla domanda prima che si materializzi l’impatto positivo delle finanze pubbliche risanate e delle riforme sulla crescita".

lunedì 26 marzo 2012

Oro, Petrolio e Spread

I  principali listini europei chiudono la seduta in rialzo, dopo un'apertura incolore, grazie alle parole del presidente della Federal Reserve Ben Bernanke  che ha lasciato intendere che per sostenere la ripresa Usa il costo del denaro resterà ai livelli attuali ancora per un po' di tempo. Milano, così, chiude in rialzo dello 0,81% dopo una mattinata in territorio negativo, acquisti anche nel resto del Vecchio continente dove Londra sale dello 0,82%, Francoforte dell'1,2% (anche grazie alla pubblicazione dei buoni dati Ifo sulla fiducia delle imprese) mentre Parigi guadagna lo 0,74%. Seduta in rialzo anche per Wall Street: il Dow Jones, lo S&P 500 e il Nasdaq guadagnano tutti l'1%.

Tra i titoli in evidenza a Piazza Affari spicca Telecom Italia Media con un rialzo del 6,54% a 0,1728 euro. Ad accendere l'interesse sul titolo è il ritorno delle voci su un possibile ingresso di Urbano Cairo nel capitale della società. Il differenziale di rendimento tra i titoli a 10 anni italiani e tedeschi è in restringimento a quota 308 punti dopo aver chiuso a 318 venerdì e aver aperto a 329 questa mattina. Sul mercato secondario le obbligazioni decennali sono scambiate al 5,008%, i 5 anni al 4,057% e i titoli biennali al 2,422%.

Sul fronte valutario, dopo una mattinata in ritirata dai picchi della scorsa settimana, l'euro è tornato a guadagnare rispetto al dollaro, sfondando quota 1,3 per la prima volta dal primo marzo, sostenuto dall'annuncio che la Germania ha aperto al possibile aumento, seppur temporaneo, delle risorse a disposizione dell'Europa per il salvataggio dei paesi in crisi.

Sul fronte macro economico, a marzo l'indice tedesco Ifo, termometro della fiducia delle imprese tedesche, sale per il quinto mese consecutivo e si attesta a quota 109,8 punti. Il dato è in lieve aumento rispetto ai 109,7 di febbraio (numero leggermente rivisto al rialzo, sempre oggi, dai 109,5 indicati il mese scorso) ed è anche meglio delle previsioni degli esperti, che si attestavano a 109,5. Nel frattempo l'indice del clima di fiducia dei consumatori italiani aumenta a marzo a 96,8 da 94,4, il dato più alto da luglio. L'Istat ha inoltre rilevato che aumenta l'indice della componente economica generale (a 87,4 da 86,8) e, in misura più marcata, quello riferito alla situazione personale (a 100,1 da 97,5). Le aspettative sull'andamento generale dell'economia italiana restano quasi stabili, mentre peggiorano quelle sulla disoccupazione. Negli Usa, invece, a febbraio sono diminuiti dello 0,5% i compromessi per gli acquisti immobiliari.

In Asia, questa mattina, la Borsa di Tokyo ha terminato gli scambi poco mossa (+0,07%), in una seduta segnata da spunti deboli. L'indice Nikkei si attesta a quota 10.018,24, in progresso di 6,77 punti, mentre lo yen si è mantenuto stabile contro le principali valute. Nel resto dell'Asia Hong Kong ha chiuso in rialzo dello 0,28%, Shanghai ha perso lo 0,34% e Seul lo 0,38%. A pesare sui listini c'è una stagione delle trimestrali meno buona del previsto e la preoccupazione per una flessione della domanda cinese.

Seduta in rialzo per il petrolio a New York, dove le quotazioni salgono dello 0,2% a 107,23 dollari al barile. Oro senza sostanziali variazioni: il lingotto (consegna spot) viene indicato a 1.662,93 dollari l'oncia, azzerando il +0,5% che aveva guadagnato nel corso degli scambi. Il leggero calo (-0,2%) l'argento a 32,155 dollari l'oncia.

Calo spread

Spread BTP/Bund stabile a 312 punti base nel primo pomeriggio. Il differenziale di rendimento tra i titoli decennali del debito italiano e del debito tedesco aveva avviato la seduta a 328 punti base e in queste ore incorpora per il BTP italiano di riferimento un rendimento del 5,04 per cento. Da segnalare stamane il collocamento di titoli tedeschi a 12 mesi Bubill per 2,73 miliardi di euro. Il rendimento è rimasto invariato allo 0,077 per cento e il rapporto di copertura è sceso a 1,4.

domenica 25 marzo 2012

Spread Btp bund

I timori legati al rallentamento della crescita globale, riemersi ieri con i deludenti dati macroeconomici di Cina e zona euro, e il riaccendersi delle preoccupazioni legate alla situazione finanziaria della periferia europea continuano a pesare sul mercato obbligazionario italiano, reduce da tre sedute poco brillanti.
    "Non c'è stata una gran reazione dopo i cali degli ultimi giorni, il mercato è molle, gli scambi limitati" dice un dealer da Milano.
    Secondo dati Tradeweb, intorno alle 12,30 il differenziale di rendimento tra Btp e Bund a 10 anni si allarga a 331 punti base dai 319 punti base della chiusura di ieri, toccando il livello più alto dall'inizio di marzo. La settimana scorsa si era stretto fino a 277 punti base, minimo da metà agosto 2011.
    Il rendimento del decennale italiano sale al 5,172% dal
5,097% del finale di seduta di ieri.
    "Stanno riemergendo alcuni temi specifici sui periferici
europei che erano le operazioni di finanziamento extralunga
della Bce avevano messo in ombra" prosegue l'operatore.
   
    SITUAZIONE FINANZIARIA SPAGNA SOTTO LA LENTE
    A catalizzare l'attenzione è la situazione della Spagna, che
per quest'anno non sarà in grado di rispettare l'obiettivo del
deficit concordato con le autorità europee, e deve confrontarsi
con un tasso di disoccupazione del 23% e con la dissestata
situazione finanziaria dei governi regionali.
    "E' la situazione finanziaria della Spagna ad essere
l'osservata speciale in questo momento e che pesa sull'intera
periferia europea, Italia compresa" dice un secondo dealer. 
    Il ministro dell'Economia spagnolo Luis De Guindos ha
cercato di rassicurare i mercati ribadendo l'impegno del governo
al rientro del deficit e definendo un'assoluta sciocchezza
qualsiasi paragone con la Grecia.
    Il decennale spagnolo cede 28 centesimi e rende il 5,54% con
uno spread sul Bund che si attesta a 367 punti base.
.
   
    EVOLUZIONE DIBATTITO SU LAVORO OSSERVATO CON ATTENZIONE
    Ma se la tendenza degli operatori è quella di imputare le
pressioni degli ultimi giorni sui Btp a cause "principalmente
esogene", gli stessi dealer riconoscono come l'evoluzione del
dibattito sulla riforma del lavoro sia monitorata con molta
attenzione.
    "Più che la riforma del lavoro in sè, quello a cui si guarda
è la tenuta dell'esecutivo. Qualora sul tema del lavoro dovesse
acuirsi la tensione tra le diverse anime che sostengono il
governo, e ciò dovesse mettere a rischio il governo, allora
sarebbe un problema" dice un trader di una delle principali
banche italiane.
    Il Consiglio dei ministri inizia oggi l'esame del testo sche
passerà poi al Parlamento. Il governo non cede sulla modifica
dell'articolo 18, sebbene il premier Mario Monti si sia
impegnato a una formulazione della norma in grado di scongiurare
abusi.
    Sindacati e Partito Democratico chiedono di consentire al
giudice la possibilità di reintegro per i licenziamenti
illegittimi di tipo economico, mentre il Popolo della Libertà
appoggia pienamente la linea dell'esecutivo.
   
    ASTE BOT, ATTESA RIDUZIONE IMPORTI GRAZIE A BTP ITALIA
A mercati chiusi, il Tesoro comunicherà i quantitativi di Bot,
Ctz e Btpei in asta la settimana prossima.
    Per quanto riguarda i Bot, il mercato si attende un importo
offerto inferiore agli ultimi collocamenti, a fronte del buon
esito del collocamento del Btp retail.
    "Escludo possa essere riproposto un Bot flessibile, mentre
per quanto riguardo il 6 mesi credo che l'importo sarà inferiore
rispetto all'ultima asta" dice un trader. Lo scorso 27 febbraio
Il Tesoro aveva messo sul piatto 8,75 miliardi di Bot a 6 mesi.

venerdì 23 marzo 2012

Mercati Finanziari

Sale ai massimi dall'inizio di marzo lo spread tra titoli di Stato italiani e tedeschi a 10 anni, con i Btp che tornano sotto pressione per il riemergere di timori sulla crescita globale e di preccupazioni sulla tenuta finanziaria della periferia europea.
Intorno alle 11,30 il differenziale di rendimento tra Btp e Bund decennali si allarga a 328 punti base, livello più alto dall'inizio del mese,dai 319 della chiusura di ieri.
"Non c'è stata una gran reazione dopo il calo di ieri, il mercato è molle, gli scambi limitati" dice un dealer da Milano.
"Stanno riemergendo alcuni temi specifici sui periferici europei che erano le operazioni di finanziamento extralunga della Bce avevano messo in ombra" prosegue l'operatore.
Il rendimento del decennale italiano si attesta al 5,162% dal 5,097% della chiusura di ieri.

lunedì 19 marzo 2012

Economia e Finanza

I Btp sono ancora ben intonati stamane, anche se tra scambi contenuti. I dealer dicono che dopo
il potente rally delle ultime sedute il mercato sta prendendo fiato, ma prevedono che il trend al rialzo continui.   L'attenzione da oggi è focalizzata sulla raccolta ordini del nuovo Btp Italia 2016, rivolto alla clientela retail, che a poche ore dall'avvio ha già superato il miliardo di euro, con singoli ordini di importo consistente.
    "Il mercato in generale è positivo, in un contesto in cui  sembrano scongiurate le peggiori ombre di default della Grecia" dice un dealer.
    Oggi si svolge l'asta per la determinazione dell'ammontare da versare ai sottoscrittori di Cds sui governativi greci. Stamane è stato indicato un prezzo preliminare di 21,75 centesimi per euro di valore nominale, mentre il prezzo definitivo verrà comunicato oggi pomeriggio alle 16,30.
    "Il tema greco viene vissuto con attenzione ma con più distensione. L'Italia beneficia di ciò, sia rispetto alla
Germania, sia rispetto agli altri periferici" dice un dealer.   In tarda mattinata, lo spread Btp/Bund decennali quota in area 280 punti base, dopo un minimo in mattinata toccato a 278 punti base, nuovo minimo dal 18 agosto scorso (269,8 punti base).
    Il rendimento dei Btp decennali italiani, stamane in area 4,80%, è inferiore a quello degli analoghi spagnoli di circa 40 punti base.
    I dealer guaradano, come obbiettivo il futures Btp "che potrebbe faciomente superare la soglia di 106,80, considerato il margine alto di questo periodo" dice un dealer.
  
    ORDINI BTP ITALIA A META' SEDUTA A 1 MLD EURO
   In tarda mattinata, a poche ore dall'avvio delle raccolta, il nuovo Btp Italia indicizzato all'inflazione italiana rivolto alla clientela retail ha già superato il miliardo di euro di ordini.
   "In una mattinata per il resto molto tranquilla, è il Btp Italia l''oggetto' più interessante" dice un dealer.
   Il bond è rivolto soprattutto al retail, con il suo taglio minimo da 1.000 euro, "ma ci sono ordini che faccio fatica a pensare che siano proprio da privati per la loro dimensione" dice un altro dealer che ha visto passare moltissimi ordini sui 30/50.000 euro, ma anche ordini da 150.000 euro fino a 250.000 euro, "che immagino vengano da istituzionali".  
   Il Tesoro offrirà questi nuovi titoli, a cui è stata assegnata venerdì una cedola minima garantita del 2,25%, per un ammontare illimitato. Le prime indicazioni ipotizzavano per questa prima raccolta, che durerà fino al 22 marzo, un ammontare tra 1,5 e 2,0 miliardi.   

sabato 17 marzo 2012

previsioni spread

Sul fronte dei titoli di Stato la forbice tra btp e bund è scesa fino a 275,6 punti rivedendo i minimi da agosto per poi, in chiusura, riportarsi a 281,1 punti base, con il rendimento del Btp a 10 anni al 4,86%. In linea generale gli acquisti hanno premiato le materie prime (sottoindice dj stoxx +1,15%), gli assicurativi (+1,41%) e i bancari (+1,13), mentre le vendite hanno piegato gli automobilistici (-1,31%) all'indomani dei dati in rosso del mercato europeo a febbraio. I listini per la prossima settimana guardano ai dati del mercato immobiliare negli Stati e a quanto verrà detto dal presidente della Fed, Ben Bernanke.

sabato 10 marzo 2012

Economia e Finanza

I BTp sotto 300
Il sollievo, cresciuto durante la giornata pian piano che arrivavano le notizie dalla Grecia, ha interessato un po' tutti i mercati. Le Borse hanno preso il volo, chiudendo con rialzi compresi tra l'1,62% di Milano e il 2,54% di Parigi. L'onda lunga dell'entusiasmo è arrivata fin oltre l'Oceano Atlantico, facendo salire Wall Street dello 0,98% nonostante i pessimi dati americani sui sussidi alla disoccupazione. I titoli di Stato dei Paesi periferici sono stati comprati, da quelli spagnoli a quelli del Belgio. Ma gli acquisti hanno interessato soprattutto quelli italiani: i BTp decennali hanno infatti ridotto i rendimenti di 0,15 punti percentuali, chiudendo con un tasso del 4,81% (minimo da giugno).
Questo ha ridotto lo spread sui Bund (cioè il sovra-rendimento che i BTp italiani pagano rispetto ai titoli tedeschi): in mattinata è sceso fino a 292 punti base e alla fine ha chiuso a 300. Netto, ormai, il vantaggio dell'Italia sulla Spagna: i titoli decennali di Madrid ieri erano costretti a offrire un quarto di punto percentuale in più dei BTp per trovare qualcuno disposto a comprarli. Livello che non si vedeva dallo scorso luglio.
I motivi del sollievo
Il motivo di tanto giubilo generale va cercato in Grecia. Atene, che aveva chiesto ai possessori dei suoi titoli di Stato di rinunciare volontariamente al 74% dei propri investimenti, mira ad ottenere almeno il 90% delle adesioni. Ma già il mercato si accontenta del 75%: percentuale sufficiente per evitare un default «disordinato». Questo non scongiurerebbe completamente l'ipotesi di un'insolvenza, ma eliminerebbe il pericolo di un crack disastroso. Se poi le adesioni fossero superiori (addirittura oltre il 90%), allora anche il rischio di insolvenza «soft» verrebbe scongiurato nell'immediato. Oggi, in mattinata, si scoprirà la percentuale definitiva.
A sostenere i mercati, poi, un altro motivo: dopo che la Bce ha erogato finanziamenti triennali agevolati per mille miliardi di euro alle banche, l'abbondanza di liquidità si sta riversando su titoli di Stato. Questo sta obbligando anche gli investitori non europei a riposizionarsi su titoli come i BTp italiani: nel secondo semestre 2011 dall'estero erano stati scaricati BTp per 70 miliardi di euro. Escludendo gli acquisti delle banche centrali, si può stimare che gli investitori internazionali abbiano venduto circa 130 miliardi di BTp in sei mesi. Ebbene: è possibile che ora molti di quegli investitori, di fronte al rally dei mercati, stiano rientrando in Italia.
Il tunnel resta lungo
Però bisogna restare coi piedi per terra: lo swap greco non risolve certo i problemi d'Europa. Né quelli greci. Atene resta infatti in una situazione precaria: attende il nuovo pacchetto di aiuti, deve realizzare misure di austerità durissime, ha un'economia ormai al collasso. Proprio ieri le statistiche hanno comunicato che il tasso di disoccupazione è arrivato al 21%, contro il 17,3% medio del 2011 e il 12,5% del 2010. Certo, se la ristrutturazione del debito fosse andata in porto, i conti pubblici subirebbero un discreto miglioramento. Ma, secondo tanti economisti, questo potrebbe non essere sufficiente: c'è già chi scommette sulla necessità di un nuovo salvataggio quest'anno o il prossimo.
C'è poi grande timore sul Portogallo (c'è chi crede che prima o poi anche Lisbona possa essere costretta a richiedere aiuti internazionali) e una crescente apprensione verso la Spagna. Madrid, oltre ad avere un tasso di disoccupazione al 23%, ha aumentato oltre le attese il deficit dello Stato: questo fa paura. Insomma: ieri l'entusiasmo ha dominato i mercati. Ma i problemi da risolvere sono ancora tanti.

Finanza, Borsa, Valuta, Cambio

I BTp sotto 300
Il sollievo, cresciuto durante la giornata pian piano che arrivavano le notizie dalla Grecia, ha interessato un po' tutti i mercati. Le Borse hanno preso il volo, chiudendo con rialzi compresi tra l'1,62% di Milano e il 2,54% di Parigi. L'onda lunga dell'entusiasmo è arrivata fin oltre l'Oceano Atlantico, facendo salire Wall Street dello 0,98% nonostante i pessimi dati americani sui sussidi alla disoccupazione. I titoli di Stato dei Paesi periferici sono stati comprati, da quelli spagnoli a quelli del Belgio. Ma gli acquisti hanno interessato soprattutto quelli italiani: i BTp decennali hanno infatti ridotto i rendimenti di 0,15 punti percentuali, chiudendo con un tasso del 4,81% (minimo da giugno).
Questo ha ridotto lo spread sui Bund (cioè il sovra-rendimento che i BTp italiani pagano rispetto ai titoli tedeschi): in mattinata è sceso fino a 292 punti base e alla fine ha chiuso a 300. Netto, ormai, il vantaggio dell'Italia sulla Spagna: i titoli decennali di Madrid ieri erano costretti a offrire un quarto di punto percentuale in più dei BTp per trovare qualcuno disposto a comprarli. Livello che non si vedeva dallo scorso luglio.
I motivi del sollievo
Il motivo di tanto giubilo generale va cercato in Grecia. Atene, che aveva chiesto ai possessori dei suoi titoli di Stato di rinunciare volontariamente al 74% dei propri investimenti, mira ad ottenere almeno il 90% delle adesioni. Ma già il mercato si accontenta del 75%: percentuale sufficiente per evitare un default «disordinato». Questo non scongiurerebbe completamente l'ipotesi di un'insolvenza, ma eliminerebbe il pericolo di un crack disastroso. Se poi le adesioni fossero superiori (addirittura oltre il 90%), allora anche il rischio di insolvenza «soft» verrebbe scongiurato nell'immediato. Oggi, in mattinata, si scoprirà la percentuale definitiva.
A sostenere i mercati, poi, un altro motivo: dopo che la Bce ha erogato finanziamenti triennali agevolati per mille miliardi di euro alle banche, l'abbondanza di liquidità si sta riversando su titoli di Stato. Questo sta obbligando anche gli investitori non europei a riposizionarsi su titoli come i BTp italiani: nel secondo semestre 2011 dall'estero erano stati scaricati BTp per 70 miliardi di euro. Escludendo gli acquisti delle banche centrali, si può stimare che gli investitori internazionali abbiano venduto circa 130 miliardi di BTp in sei mesi. Ebbene: è possibile che ora molti di quegli investitori, di fronte al rally dei mercati, stiano rientrando in Italia.
Il tunnel resta lungo
Però bisogna restare coi piedi per terra: lo swap greco non risolve certo i problemi d'Europa. Né quelli greci. Atene resta infatti in una situazione precaria: attende il nuovo pacchetto di aiuti, deve realizzare misure di austerità durissime, ha un'economia ormai al collasso. Proprio ieri le statistiche hanno comunicato che il tasso di disoccupazione è arrivato al 21%, contro il 17,3% medio del 2011 e il 12,5% del 2010. Certo, se la ristrutturazione del debito fosse andata in porto, i conti pubblici subirebbero un discreto miglioramento. Ma, secondo tanti economisti, questo potrebbe non essere sufficiente: c'è già chi scommette sulla necessità di un nuovo salvataggio quest'anno o il prossimo.
C'è poi grande timore sul Portogallo (c'è chi crede che prima o poi anche Lisbona possa essere costretta a richiedere aiuti internazionali) e una crescente apprensione verso la Spagna. Madrid, oltre ad avere un tasso di disoccupazione al 23%, ha aumentato oltre le attese il deficit dello Stato: questo fa paura. Insomma: ieri l'entusiasmo ha dominato i mercati. Ma i problemi da risolvere sono ancora tanti.